(Km: 19. Dislivello: 600 m)
Prima di iniziare il cammino bisogna sostare a Delémont. Nella chiesa di san Marcello c’è una lapide che ricorda che qui fu parroco, dal 1855 al 1863, Eugenio Lachat, il primo vescovo della diocesi di Lugano. Ma poi occorre andare verso nord, dove il santuario del Vorbourg domina le gole formate dalla Birse. Là, da secoli, i giurassiani vanno a venerare Notre Dame du Vorbourg, loro protettrice e consolatrice. Tra i magnifici ex voto, c’è anche il bastone pastorale di Monsignor Lachat.
Partenza a piedi da Meltingen, dove si trova il santuario di Maria im Hag, su una collina che sovrasta il paese. La chiesa, meta di pellegrinaggi, è attestata sin dal 1375. È decorata con notevoli vetrate del XV secolo. Il cammino inizia lungo la valle delle sorgenti fredde, poi è florida campagna costellata da fattorie, frutteti, tanto verde e tanta pace.
Siamo ancora sulla Birse, nel comune di Grellingen. Questa valle, durante la Prima guerra mondiale, fu un punto strategico per l’esercito svizzero. Un soldato che soggiornava qui pitturò sulla roccia lo stemma della sua unità. Altri lo imitarono. Ecco l’origine del Chessiloch, dove i primi graffitari svizzeri poterono liberamente esprimersi.
La statua della Madonna della roccia (Mariastein) si trova proprio in mezzo ad una parete rocciosa dove, nel Quattrocento, la Madonna stese la mano per fermare la caduta di un ragazzino. Per andarla a pregare bisogna transitare in un corridoio sotterraneo che porta dentro alla parete, in una cappella ricavata nella roccia. L’afflusso di pellegrini fu così importante che sopra alla cappella sorsero una chiesa e un’abbazia, dove ora pregano e lavorano monaci benedettini.